Il presente lavoro lo dedico a mio padre Arturo che è stato uno dei 5 milioni di combattenti della prima guerra mondiale. Egli ha creduto, nell’ottica mazziniana, in un’Italia unita indipendente dallo straniero, per questo ha lasciato sorella e madre cieca per rispondere all’appello della patria. La prima guerra mondiale ha definitivamente segnato i confini dell’Italia, in cui tutti si possono riconoscere per gli stessi valori, per lingua, per tradizioni e religione. Chiedersi a che pro di tale guerra è un oltraggio per i milioni di combattenti di cui ben 600.000 non sono più tornati alle loro case.