La coerenza profonda del pensiero gramsciano. Un intellettuale e filosofo, prima ancora che uomo di partito, d’ispirazione universale e incredibile attualitá. Nei suoi quaderni, con estrema lucidità, descrive lacchè intellettuali, racconta di galli che annunziano un sole che mai vuole spuntare, e dell’assenza nella vita italiana di ogni movimento «vertebrato» che abbia in sé possibilità di sviluppo permanente e continuo. I Quaderni del carcere sono la raccolta degli appunti, dei testi e delle note che Antonio Gramsci iniziò a scrivere dall'8 febbraio 1929, durante la sua prigionia nelle carceri fasciste. Da una parte Gramsci considerava lo scrivere un esercizio contro l'inaridimento e la solitudine causati dalla vita carceraria, dall'altra aveva la chance di teorizzare in autonomia da questioni politiche contingenti. In questa antologia la selezione e divisione in capitoli del curatore è “effettuata nell'ottica della maggiore chiarezza possibile, anche per dare la possibilità, a chi ne sia completamente all'asciutto, di avere un quadro generale del pensiero di Antonio Gramsci”. |