Una serie di fortunate, benedette casualità mi ha riservato il privilegio prima di conoscere il dott. Francesco Di Lullo, poi di condividere l’accidentato percorso che ha portato a conferire meritata dignità tipografica a questo splendido lavoro, straordinariamente originale e complesso, catartico e didattico al tempo stesso. Sì, perché La magia del sorriso è opera difficilmente classificabile con i parametri delle convenzionali tipologie letterarie, è “tante cose insieme”, come lo stesso Francesco afferma nella sua introduzione.
Prima di tutto è una brillante autobiografia: vi confluiscono testimonianze di esperienze personali dell’autore, alcune dolorose, altre addirittura esilaranti, vissute con particolare intensità; riferimenti a persone realmente esistenti nel suo territorio di appartenenza, tutte con ruolo di rilevante influenza nel suo percorso esistenziale; pensieri, poesie, note comiche elaborati in un lungo periodo che va dagli anni ’90 ai giorni nostri. Tutti questi elementi, in apparenza tanto diversi tra loro e opportunamente raggruppati in blocchi tematici tenuti insieme da un solido filo di straripante ironia, mettono subito in chiaro le intenzioni di Francesco: celebrare gli effetti benefici del sorriso nella quotidianità e, in particolar modo, nelle situazioni di difficoltà.
Dell’autore in questa parte del libro emerge la personalità complessa, sensibile, determinata, dotata di un profondo senso di umanità precocemente e solidamente costituita, quella stessa personalità che, a mio avviso, lo ha anche orientato nel periodo giovanile verso studi di psicologia, come risposta ad un incontenibile bisogno di strutturare scientificamente convinzioni e pensieri congeniti.
La formazione scolastica, appunto, abbinata ad un lungo e puntuale processo di riflessione su contenuti scientifici provenienti da letture assidue e qualificate, confluisce nella seconda parte del libro per conferire ad esso le caratteristiche di arguto saggio sull’umorismo, con analisi rigorosa della storia e delle varie manifestazioni del sorriso; infatti il testo è infarcito di citazioni e riferimenti bibliografici riconducibili al pensiero di sociologi, filosofi, scrittori, psichiatri, antropologi di chiarissima fama che si sono interessati a questo particolare atteggiamento umano (Francescato, Morelli, Adams, Nietzsche, Freud, Kuschel, Hugo, Wilde, Pirandello, Dostoevskij, Bloch, ecc.). Qui si inoltra in una analisi puntigliosa delle manifestazioni di felicità nelle sue varie sfumature: il sorriso, il riso, il comico, lo humor, le espressioni facciali, i motti di spirito. Di esse traccia la storia e l’importanza in relazione alle diverse tipologie di cultura, alla religione, al lavoro, quindi conclude con una carrellata di suggerimenti su come affrontare la vita con atteggiamenti di positività e disponibilità al cambiamento.
Alla luce di tali considerazioni il libro si carica dei valori di utilità e generosità e si qualifica come un autentico DONO: Di Lullo, infatti, accetta di rendere pubbliche intime sofferenze, angosce, emozioni, delusioni ed indica strategie e accorgimenti da lui messi in atto per contenerne gli effetti dirimenti, allo scopo di fornire, in modo discreto e ironico, strumenti preziosi di riscatto a quanti si trovano a vivere situazioni di disagio interiore. Quali le indicazioni suggerite? Quelle che lui definisce “pepite d’oro”: materiali filosofici che se fossero uniformemente distribuiti renderebbero questo nostro mondo più giusto, più umano, più accogliente, più divertente.
Insomma, c’è tanta saggezza in questo libro. Giocando sull’apparente contrasto tra contenuti caratterizzati da rigorosa analisi scientifica ed una esposizione accattivante, impregnata di autoironia, esso da un lato si presta ad una lettura piacevole, agile, coinvolgente, rasserenante, dall’altro rappresenta un contenitore di buoni sentimenti, una esaltazione del pensiero positivo, un autentico inno alla bellezza della vita, troppo breve per non essere intensamente e consapevolmente vissuta.
Pietro Verratti |