Giuseppina Corti è una donna di montagna, nata nel 1923 e cresciuta nel Frignano, più precisamente a La Marina di Montecreto. Sta uscendo dall’ospedale di Pavullo, in compagnia del nipote Dario, per recarsi a casa dove l’aspettano i festeggiamenti per essere prossima a tagliare l’invidiabile traguardo dei cento anni. All’improvviso, l’anziana signora cambia programma, rivoluzionando l’organizzazione della festa e gettando nella disperazione l’intero parentado. Giuseppina Corti si fa portare a La Marina, un ammasso di ruderi polverosi dove lei ha trascorso la prima parte della sua vita fino al matrimonio.
Sarà un viaggio nel tempo, ammantato di ricordi e ombre.
Davanti ai resti della sua vecchia casa, incastonata nell’impervio Appennino Modenese, viene avvolta da illusioni e fantasmi che lentamente prendono forma e iniziano a danzarle attorno. È un crescendo di avvenimenti passati da cui è difficile sottrarsi. Pensieri, tracce, segni, cicatrici, voci, pianti, grida di gioia, il sordo sfregare degli alberi sotto l’azione del vento impetuoso di tramontana, la neve che cade copiosa e che impedisce di scendere in paese, le chiacchiere al lavatoio, la cottura del pane e poi le feste con i primi sguardi amorosi, i primi batticuori: Giuseppina Corti è ora preda di un turbinio incontrollabile di sensazioni ed emozioni. Con lo sguardo rivolto a quelle rovine eccole di nuovo quelle voci: insistenti, chiassose, accompagnate dalle grida dei suoi fratelli, il rumore dei passi di Giuseppe, suo padre, che rientra dal mercato, Clara, che la rincorre per casa dopo averle raccontato delle streghe del Ponte del Diavolo, e poi Adelmo, Albino, Lucia, Rita, Almira, Mirella, Maria, mamma Leontina, la miriade di persone che spingono per farsi largo nella sua memoria e avere un posto in prima fila nei suoi ricordi.
Giuseppina, ora seduta sul bordo della fontana, vuole tranquillizzare tutti: mai li avrebbe dimenticati.
È questa la storia di una famiglia di montagna, in un limitato periodo storico fino alla fine degli anni cinquanta. Il racconto inizia con la nascita di Giuseppina Corti ma è lo spaccato di come una comunità viveva e si guadagnava il pane con il duro lavoro, combattendo le avversità della vita, intrisa di nascite e orrori della guerra, gioie e dolori dell’immigrazione fino ad arrivare al completo abbandono di paesi montani, ora ridotti a cumuli di pietre. È soprattutto l’immagine di una donna, Giuseppina, l’ultima nata della famiglia Corti, che con caparbietà e sacrificio si farà strada nella vita e combatterà per la propria dignità e per quella degli altri rinunciando a privilegi e vantaggi per tenere fede ai suoi principi di lealtà e giustizia.
Al brusco risveglio, sentendo ancora nell’aria il gorgoglio sommesso della fontana, Giuseppina si sentirà appagata nell’aver rivisto in così poco tempo, in piena solitudine, come un privilegiato spettatore seduto in prima fila davanti a una fantastica rappresentazione teatrale, buona parte della sua vita, senza provare rimorsi o rimpianti.
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