Immaginate, come Zenone di Scizio, fondatore della Stoà, che l’Universo sia ciclico.
Nasce, vive, muore, rinasce. E gli uomini nascono, vivono, muoiono e poi rinascono. Sempre eguali. Il buono, l’avaro, il malvagio. Rinasce il Male. Sempre eguale, indistinto, indifferente, punisce o salva sempre gli stessi.
Ed immaginate un uomo ed una donna segnati dal Male, per sempre, che si sentono condannati a rinascere e rivivere lo stesso Male, la stessa infelicità, le stesse miserie. Eternamente.
È così condannabile pensare di farsi Giustizia, vendicare il Male, sradicare il Male usando come arma il Male stesso?
“Uccidete il malvagio ed avrete ucciso il Male”.
Marco Colucci e Laura Feliciani decidono che sì, si uccide il Male uccidendo i malvagi.
E tuttavia la Legge che gli uomini si sono dati punisce l’assassinio anche quando l’assassinato è abominevole e merita di morire.
Un Giudice Istruttore dovrà dare la caccia a una coppia di assassini che vogliono il Bene del Mondo. E che comprende, anche se non può approvare, le cause dell’agire di un uomo ed una donna che si sentono per sempre dannati.
In una sorta di mondi capovolti, Giudice e Assassini scopriranno quanto tenue sia il confine fra Male e Bene e quanto difficile sia giudicarne.
Una vicenda umana raccontata con una prosa tesa, tragicamente incalzante. |