Siamo nel 1997, il terremoto mette in ginocchio l’Appennino umbro-marchigiano. Nunzia finisce sotto le macerie, un ragazzo la salva e poi sparisce. La donna vuole confessargli i suoi peccati. È vecchia, ferita, certa di essere prossima alla morte, sicura che lui potrà assolverla da ogni colpa.
Clara è una cardiologa, Nunzia è la sua seconda madre. L’anziana cuoca le chiede di rintracciare il suo salvatore, tutto ciò che può dirle di lui è che si chiama Fausto e ha gli occhi azzurri. La dottoressa si aggira per un pomeriggio fra gli scavi alla ricerca di un fantasma, la cuoca rimane in ospedale a ricordare stralci del suo passato e a proteggere - con il suo affetto pratico - una ragazza in travaglio dall’incuria dei medici.
Nunzia e Clara sono soltanto due delle donne raccontate in questa vicenda, condividono un segreto da dieci anni e forse non è l’unico. Nella loro memoria c’è Ida, che non credeva in Dio e ha imparato a leggere rubando i libri di scuola ai fratelli. Il sorriso disarmante di Rina, che da bracciante è diventata maestra. Rosa, che non sapeva brillare di luce propria né donare amore. Marianna, che se n’è andata via troppo presto come Benedetta.
Hanno assaggiato il sapore della vendetta, quello della carne proibita e dell’invidia, hanno frainteso l’amore, superato ostacoli più per ostinazione che per coraggio. Si sono salvate tenendosi per mano in questa storia di orchi e guerre, di muri e vite che si sbriciolano di colpo. La felicità, nel premio della sua furia evanescente, è stata una conquista tutta loro. |