Con “la Cittadella dei ricordi” è mia intenzione descrivere i luoghi che mi hanno visto crescere, quegli spazi in cui si è formato il mio carattere e dove mi sono costruito la personalità. Sono gli anni a me più cari perché si è trattato di un ciclo senza eguali dove, con la presunzione e l’arroganza ma anche l’ingenuità della giovane età, andavo alla scoperta della vita e mi riempivo di lei. Come tutti gli adolescenti ero ricettivo, alla continua ricerca di esperienze, direi ossessionato dall’ansia di vivere.
Scrivendone adesso, a distanza di così tanti anni, rivedo la storia della mia gioventù nei suoi elementi essenziali, libero da ogni ansia o pregiudizio e senza paraventi e censure che il fatto di viverla impone.
Il tempo ha filtrato per me i ricordi di allora eliminando il superfluo e mantenendo solo i fatti importanti. Sulla base di questa premessa poche e semplici parole mi sono sufficienti per definire le situazioni e descrivere l’ambiente della mia gioventù. Certo mi rendo conto che tanti argomenti avrei potuto e dovuto ampliarli maggiormente, ma non serviva, mi era già tutto chiaro nella testa. Alla stregua di un fumettista che con pochi tratti di penna dona vita alla sua vignetta, pochi elementi essenziali mi bastano per fare rivivere quei momenti e tutti i tasselli che compongono la scena vanno al loro posto.
Allora vi ero dentro fino al collo, adesso invece la mia vita da adolescente la vedo lontana, con più indulgenza, con più serenità, con un pizzico di rammarico. E con molta più esperienza.
Certo non ho la presunzione di credere che il racconto della mia infanzia sia così interessante da trovare accoglienza tra il pubblico, in fondo è stata simile a quella di tanti altri. Ma non è questo il mio intento. Parlare della mia gioventù è semplicemente un pretesto per raccontare di quei luoghi e di quegli anni. Mi piacerebbe che chi legge dicesse, magari con un pizzico meraviglia o nostalgia, è vero, allora si viveva proprio così, ricordo bene. Oppure, guarda come era la cittadella una volta, adesso rammento. Quanta straordinaria vitalità allora. Vorrei che questa mia storia fosse solo un modo per riannodare il filo della memoria dei lettori. Della loro memoria. Così come io ho fatto con la mia.
La vita o la vivi o la scrivi, non puoi fare le due cose insieme. Ora, senza più l’impegno di viverla, sono in grado di scrivere di quel periodo. Lo faccio per tenere i ricordi, il mio bene più prezioso, ben arroccati dentro di me, perché non si disperdano, custoditi dentro la fortezza della Cittadella, a cui chiedo questo ultimo aiuto. Non le sarà difficile, in fondo è nata per questo. E poi, sono ricordi anche suoi.
Il libro è corredato di 21 foto che coprono il periodo 1945-1960, gentilmente concesse da :
Provincia di Modena
Archivio Fotografico della Provincia di Modena
Istituto Storico della Resistenza
Fotomuseo G. Panini |