A Padova c'è la piazza più grande d'Italia, con al centro una piccola isola, circondata da un canale adorno di 78 statue del Settecento. Sulla piazza si affaccia una grande basilica, dedicata a Santa Giustina. Poco più avanti, ecco la basilica di Sant'Antonio, con opere del Donatello.
Il gioiello di Padova è la Cappella degli Scrovegni, con affreschi della maturità artistica di Giotto. E ancora affreschi del Trecento, nel Battistero, dove Giusto de' Menabuoi ha creato il suo capolavoro.
Il Palazzo della Ragione si chiama così perché era anticamente sede del tribunale e bisognava appunto decidere chi avesse ragione e chi torto. Anche qui, all'interno, troviamo affreschi del Trecento, questa volta di argomento astrologico. E poi, in piazza dei Signori, c'è l'orologio astronomico, dove però manca il segno della bilancia...
L'antico cortile dell'università dove insegnò per quasi vent'anni Galileo Galilei è decorato con gli stemmi degli antichi e nobili studenti che qui giungevano anche dalla Francia, dalla Spagna, dalla Germania ad imparare, assistendo a lezioni tenute in latino, la lingua universale dell'epoca.
Fu a Padova che si laureò la prima donna, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, nel 1678.
A pochi passi dall'università, legato al Risorgimento e alle attività studentesche di quel periodo, ecco il Caffè Pedrocchi, fondato nel 1842, con tre sale, la bianca, la rossa e la verde, in onore della bandiera di un'Italia che non esisteva ancora, ma che si cercava di unificare nel periodo risorgimentale. Qui si riunivano patrioti e studenti.
Nella sala verde, gli studenti dell’Ottocento potevano sedersi e leggere il giornale, senza dover consumare. Ancora oggi, chiunque può sedersi nella sala verde e nessun cameriere verrà mai a chiedervi l’ordinazione, ma trasferiamoci nelle altre sale e ordiniamo qualcosa di tipico come il celebre "caffè Pedrocchi", un caffè con crema alla menta, ricetta segreta... |